Una storia incredibile tra il comico e il surreale quella che raccontiamo in queste righe. Iniziamo col dire che è tutto vero e non si tratta di una fake news. Il protagonista è A.A. (48 anni) di Firenze e presidente di una società sportiva che per sua esplicita richiesta deve restare anonima. “Non esistono più le bandiere, questo si sa. Lo sport è solo una professione e come tale deve essere considerata. impiegati e operai che dedicano una vita intera ad un’azienda non esistono più e, d’altronde, non esiste più neanche il contrario. Alla prima difficoltà ci si scarica e questo avviene ormai anche in famiglia. E forse è proprio questo; io che considero la mia società una grande famiglia, devo adeguarmi ai tempi e considerare che la famiglia ha l’80% di divorzi. Questa continua instabilità, autorizza chiunque a cambiare senza la minima premura. Oggi giochi nel Torino e domani nella Juve, così come se fossero 2 aziende normali. Neanche i contratti valgono più. Se vuoi cambiare, il contratto è carta straccia. E allora ho deciso di dare valore al detto “la maglia è una seconda pelle“. E così A.A. (iniziali casuali) ha chiesto l’aiuto di una nota azienda di abbigliamento sportivo che, in collaborazione con Wurth, ha realizzato una maglia sportiva dalle linee “comode, moderne e avvitata” (così recita lo spot). La sorpresa è arrivata al primo allenamento, quando gli atleti si sono trovati nello spogliatoio un fabbro che ha fissato la maglietta sulla vita con una fascetta di metallo leggero che impedisce di togliersela senza la chiave, rigorosamente in unica copia, in possesso al presidente.
NOTA: RuttoSport è un periodico satirico, pertanto le notizie riportate sono frutto della fantasia degli autori e vanno considerate esclusivamente una lettura ricreativa. RuttoSport non è una testata giornalistica e non aspira a diventarlo. Forza Viola e sempre Juve merda!
La Redazione
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