Come liberarsi della dipendenza da maglie a strisce. Incontro in redazione

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L’incontro fortuito, la lettura rivelatrice, l’illuminazione imprevedibile. Ecco quello che è accaduto questa mattina nella nostra redazione. Verso le ore 9 sono arrivati due personaggi provenienti da Genova, che si sono presentati come Testimoni di Puà. Spesso avevamo sentito nominare questo movimento religioso dedito all’adorazione di Puà, il Dio con la veste a pallini, ma mai ci eravamo confrontati con i suoi rappresentati. Sempre pronti ad accogliere nuove idee abbiamo fatto accomodare i due inviati intrattenendoci in piacevole conversazione. Ci hanno mostrato le loro pubblicazioni tra cui “La Torre  Faro” con un interessantissimo articolo dal titolo “Le strisciate: innocue o dannose?” che ci ha davvero aperto gli occhi e del quale vi riportiamo alcuni passi.

Il mondo di oggi è inondato dalle strisce. Le maglie strisciate sono presenti in pubblicità, moda, film, musica, riviste, televisione e videogiochi. E oggi basta avere uno smartphone o un altro dispositivo mobile per accedere a siti Internet e servizi online di condivisione foto e video che contengono immagini strisciate.

Le strisciate creano una forte dipendenza; alcuni ricercatori e terapeuti le paragonano addirittura al crack. Antonio, che era diventato schiavo delle strisciate su Internet, racconta: “Nulla mi fermava. Era come se fossi in una specie di trance. Tremavo letteralmente e avvertivo dolori alla testa. Lottavo per smettere, ma anni dopo non c’ero ancora riuscito”. Le persone che hanno l’abitudine di guardare materiale strisciato spesso nascondono il loro vizio. Sono sfuggenti e ambigue. Non sorprende che molte provino vergogna, ansia, rabbia, e si sentano isolate e depresse. In alcuni casi sviluppano persino tendenze suicide. “Ero disperato e concentrato solo su me stesso”, dice Sergio, che scaricava immagini di maglie strisciate sul suo telefonino quasi ogni giorno. “Mi sentivo indegno, colpevole, solo e in trappola. Provavo troppa vergogna e paura per chiedere aiuto”.

Anche un contatto brevissimo o accidentale con le strisciate può avere conseguenze negative. Presentando una relazione davanti a una commissione del Senato, la dott. Donatella Marotta, una delle principali ricercatrici nel campo delle strisciate, ha detto: “Le immagini di maglie a strisce si fissano nel cervello e ne alterano la struttura biochimica attivando un’istantanea, involontaria reazione che lascia nella memoria una traccia durevole […] difficile se non impossibile da cancellare”. Chiara, una diciannovenne che ha visitato siti ufficiali di squadre strisciate, dice: “Le immagini sono rimaste impresse nella mia mente e compaiono all’improvviso. Ho la sensazione che non riuscirò mai a cancellarle del tutto”.

Le immagini strisciate possono danneggiare i figli anche in modo diretto. Antonio, menzionato sopra, spiega: “Quando avevo dieci anni trovai per caso le riviste di mio padre (Hurrà Juventus e Forza Milan! n.d.r.) mentre giocavo a nascondino. Cominciai a sfogliarle di nascosto, senza capire nemmeno perché ero attratto da quelle immagini. Questo innescò un processo distruttivo che continuò a lungo anche in età adulta”.

Chiara, che ha vinto la sua dipendenza dalle strisciate, dice: “Puà è l’unico che può aiutarti a rimetterti in carreggiata. Se gli chiedi aiuto e guida puoi farti la reputazione di una persona moralmente pura davanti a lui. Vedrai, non ti deluderà”.

COME LIBERARSI DALLE STRISCIATE

“Il passo più importante per sfuggire al laccio delle strisciate è quello di chiedere l’aiuto di Puà in preghiera” (Aldo).

“La dipendenza dalle strisciate è una cosa così segreta e imbarazzante che credi di non poter chiedere aiuto. Pensi di potertene liberare da solo. Ma non è così. Puoi farcela soltanto con l’aiuto di qualcuno. Perciò ho messo da parte il mio orgoglio e ho parlato del problema a mia moglie e poi a un amico fidato. È stata la cosa più difficile che abbia mai fatto, ma ho ricevuto l’aiuto di cui avevo bisogno” (Simone).

“Quando sono tentata di guardare una maglia a strisce con libidine, prego immediatamente Puà e mi costringo a distogliere lo sguardo” (Antonella)

L’articolo prosegue ancora con altri passi interessanti ma crediamo che quanto riportato possa già aiutare chi fosse caduto preda di questa perversione ad uscirne. L’incontro è stato realmente rivelatore ed anche se (fortunatamente) non siamo mai caduti in queste tentazioni, capiamo il dramma di chi ne è attanagliato e non riesce ad uscirne. Per questo invitiamo tutti i lettori che fossero a conoscenza di casi patologici di questo tipo a condividere l’articolo con loro, dandogli una mano a liberarsi da questa terribile piaga.






NOTA: RuttoSport è un periodico satirico, pertanto le notizie riportate sono frutto della fantasia degli autori e vanno considerate esclusivamente una lettura ricreativa. RuttoSport non è una testata giornalistica e non aspira a diventarlo. Forza Viola e sempre Juve merda!
La Redazione

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