“Fiorentina? In conferenza stampa è stato violato il decoro”

La pandemia ci ha portato molti cambiamenti, alcuni dei quali digeriti altri meno. Ce n’è uno però che ha toccato le vite di tutti; si chiama videocall. Un anno fa era una parola legata al mondo del lavoro, alle riunioni e poco altro mentre nel giro di 12 mesi è passata alla portata di nonni e nipoti, insegnanti e alunni e via andare. In questa che sembra essere diventata un’abitudine decennale, non mancano le consuete conferenze stampa pre e post partita nel mondo del calcio. I tifosi viola si sono abituati a seguire le numerose conferenze di Iachini prima e Prandelli poi che, dal centro del tavolo in sala stampa, rispondono alle domande dei giornalisti accreditati collegati dal loro pc nel confort del proprio self habitat. Dalle prime esperienze in cui si assisteva a l’imbarazzo e l’impaccio generale si è via via scivolati a un clima di rilassata consuetudine che somiglia molto a una chiacchiera da bar più che a un appuntamento professionale di lavoro, come dovrebbe comunque essere. Ma se da una parte esistono gli amanti del vivere smart, del casual friday e del Ciao Cesare, dall’altra ci sono gli amanti dell’etichetta, del rispetto della parola e del dress code. Un dibattito aperto ovviamente nel quale non ci sentiamo di prendere le parti di nessuno ma a tal proposito abbiamo interpellato un esperto di comunicazione, docente all’Università del Verbo Immacolato e autore di molti testi tra cui “Io parlo come sono” , “Io sono come parlo” e del più importante tra tutti “Non sono responsabile di quello che dico ma di quello che capisci tu”; il professor Carmelo Bene Comuni: “E’ indubbio che l’avvento del pensiero americano negli ultimi decenni abbia comportato mutamenti e conseguenti danni irreparabili. Questo insopportabile pensiero che il YOU volesse dire anche TU, ha creato una generazione di mostri della comunicazione colloquiale. Perché questo demanda all’individuo la scelta di come comportarsi senza peraltro preoccuparsi dell’assenza o meno dello spirito critico utile a prendere certe decisioni. Senza che nessuno si offenda, vedo spesso le conferenze stampa delle società di serie A perché in quanto docente le sfrutto come spunto durante le mie lezioni e si notano con frequenza giovani giornalisti ai primi incarichi o giornalisti esperti che dall’alto della loro lunga carriera  si rivolgono all’allenatore dandogli del tu. Lo fanno perché conoscono personalmente il mister, perché è il mister che gli concede di farlo o semplicemente perché lo ha fatto quello prima di loro. Da un punto di vista di comunicazione, dal mio punto di vista, in conferenza stampa un giornalista che si rivolge a un allenatore, deve dare del Lei. Lo deve fare per il rispetto dell’etichetta, per una forma di educazione che l’avvento delle multinazionali americane non ci autorizza a spazzare via e anche per non ridurre quello spazio istituzionale nel quale poi si è autorizzati a porre anche domande scomode. Lo stesso vale per l’abbigliamento, la location e l’attenzione che si mostra quando ci si collega. L’insieme di questi elementi racconta molto più di quelle 4 parole farfugliate a intermittenza in una domanda scontata della quale si sa già la risposta” spiega il professor Bene che poi si sofferma sulla reazione avuta da Fiorentina a seguito di collegamenti che hanno violato il decoro “C’è una frase famosa di Massimo Troisi che dice “Sono responsabile di quello che dico non di quello che capite”. Fermo restando la stima per l’attore, credo che quella frase rappresenti tutto quello che non si deve dire riguardo la comunicazione; è esattamente il contrario. Si è assolutamente responsabili di quello che capiscono gli altri, semplicemente perché è l’unica cosa che conta nel mondo della comunicazione. E allora ecco che, pur criticando in mondo feroce la poca professionalità di una larga parte di giornalisti intervenuti in questi mesi nelle conferenze stampa della Fiorentina, ritengo indecoroso che una società di calcio accetti tutto questo senza pensare che sia sua la responsabilità. I tifosi non guardano la conferenza stampa dei giornalisti, ma guardano la conferenza stampa dell’allenatore della Fiorentina; tutto quello che si trasmette in quella mezz’ora è immagine della Fiorentina. Una società attenta alla propria immagine cura i dettagli in ogni occasione, dalla presentazione dei giocatori, alle interviste prepartita, a quelle post partita e tanti altri piccoli momenti e in occasione delle conferenze stampa non trasmette le immagini dei propri interlocutori e basta. Senza necessità di salire sul pulpito a dettare regole comunicative e comportamentali delle quali non mi pare siano esperti.”  






NOTA: RuttoSport è un periodico satirico, pertanto le notizie riportate sono frutto della fantasia degli autori e vanno considerate esclusivamente una lettura ricreativa. RuttoSport non è una testata giornalistica e non aspira a diventarlo. Forza Viola e sempre Juve merda!
La Redazione

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