Effetto Della Valle: ecco quanto ha guadagnato Firenze dall’arrivo dei marchigiani

In questi ultimi giorni, sui media che seguono la Fiorentina, si rincorrono affannosamente le cifre che i Della Valle avrebbero investito nella società viola. C’è chi – bilanci alla mano – afferma che gli imprenditori marchigiani abbiano versato circa 230 milioni di euro dal 2002 ad oggi, altri invece azzardano ipotesi più fantasiose che arrivano a sfiorare i 280 i milioni. In realtà poco importa, perché Firenze ha solo guadagnato dall’arrivo dell’importante famiglia marchigiana in città. Numeri e dati alla mano, è facile vedere come dal 2002 ad oggi il turismo a Firenze sia più che raddoppiato, proprio in virtù dell’associazione con i brands controllati dai marchigiani. E indubbio che la città abbia goduto del prestigio e della risonanza mondiale di marchi come Tod’s, Hogan, Fay, e degli altri che gravitano nell’universo Della Valle, assumendo un’importanza sempre maggiore nel panorama turistico mondiale. Opere d’arte e monumenti portavano nel 2002 appena 6.323.762 presenze in riva all’Arno, mentre mocassini e borse hanno portato nel 2016 ben 14.123.947 visitatori, con un incremento di oltre il 220%. E se, ignobilmente brutalizzati dal tifo becero, dovessero disimpegnarsi chiedendo un risarcimento per la notorietà acquisita alle loro spalle dalla città del fiore, cosa potrebbe accadere? Anche l’osservatore più sprovveduto comprenderà facilmente che l’eventuale cacciata dei DV porterebbe ad un crollo verticale di tutto l’indotto, mettendo a forte repentaglio non solo la sopravvivenza della Fiorentina, ma addirittura di tutta la città di Firenze. Mai come in questo caso torna in auge il vecchio ma sempre attuale adagio: “teniamoceli stretti”. Per il bene di tutti.






NOTA: RuttoSport è un periodico satirico, pertanto le notizie riportate sono frutto della fantasia degli autori e vanno considerate esclusivamente una lettura ricreativa. RuttoSport non è una testata giornalistica e non aspira a diventarlo. Forza Viola e sempre Juve merda!
La Redazione

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