RuttoSport legge Diego Alighieri: genesi di un esilio

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Come certamente saprete, il nemico più grande dell’uomo è l’ignoranza. La conoscenza del passato è la chiave per comprendere il presente ed interpretare il futuro, ed è prioprio per questo che RuttoSport vi propone oggi una rilettura di Diego Alighieri. Colmando le vostre lacune, che sappiamo immense, andiamo ad analizzare la genesi del “marchigian esilio” da parte del poeta. Leggiamo insieme uno dei canti principali, nel quale sono ben spiegate le motivazioni dell’estremo gesto.

“Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”.
Queste parole di colore oscuro
vid’io scritte al sommo d’una porta;
per ch’io: «Maestro, il senso lor m’è duro».
Ed elli a me, come persona accorta:
«Qui si convien lasciare ogne sospetto;
ogne viltà convien che qui sia morta.
Noi siam venuti al loco ov’i’ premetto
che tu vedrai le genti dolorose
che non credon più a quel c’hai detto.
E io: «Maestro, che è tanto greve
a lor, che lamentar li fa sì forte?»
Rispuose: «Dicerolti molto breve.
Lor non hanno speranza di vittoria
e la lor cieca fede è tanto alta,
che ansiosi son di qualche gloria.
La di loro fama ognun risalta,
ma misericordia e giustizia lor li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
“È li che inizia al fischio la tenzone,
E pria che in dopo solo alcuni istanti
Mentre lor a me distolgon l’attenzione
Nel cielo scure nubi s’eran fatte avanti
e mentr’io mi riparai tra i coperti spalti
A loro li travolse  un acquazzone”
Ma quell’anime, ch’eran lasse e nude,
cangiar colore e dibattero i denti,
ratto che ’nteser le parole crude.
Bestemmiavano Dio e lor parenti,
l’umana spezie e ’l loco e ’l tempo e ’l seme
di lor semenza e di lor nascimenti.
Poi si ritrasser tutte quante insieme,
imprecando, sotto i riparati spalti
ch’attendon chi quell’acqua teme.
Ed io ch’avevo di terror il volto
Il maestro mio fissai sconcerto.
Ed ei a me a cui premevo molto:
“Esto loco non a tutti è aperto
ma Il fiorentino è passionale e colto,
E giammai lo lascerà deserto.
Qui non devi tradir la lor pazienza,
E se compreso hai d’averlo fatto
della lor fiducia dovrai far senza
E a questo tempio non sentirti adatto.
E se quell’anime son di consigli parche
Guarda e ascolta adunque il tuo Virgilio
Resta tu che puoi a viver nelle Marche
E vivi come Dante il nostro esilio”

In questo canto possiamo vedere come Diego Alighieri, intento a scrivere la sua Commedia, si immagina accompagnato da Virgilio alle porte del “Franchi”. I due entrano tra quelle anime immonde e cariche d’odio per assistere ad una partita… ma improvvisamente inizia a piovere e i tifosi cominciano a imprecare ed inveire, chiedendo lo stadio coperto. Il sommo poeta, intimorito, si rivolge al suo maestro il quale gli consiglia la via dell’esilio.






NOTA: RuttoSport è un periodico satirico, pertanto le notizie riportate sono frutto della fantasia degli autori e vanno considerate esclusivamente una lettura ricreativa. RuttoSport non è una testata giornalistica e non aspira a diventarlo. Forza Viola e sempre Juve merda!
La Redazione

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