Che il calcio italiano sia in crisi è un concetto sulla bocca di tutti. Ed è senz’altro vero.
Quello che voglio analizzare oggi, iniziando la mia collaborazione con RuttoSport, è però la scomparsa delle peculiarità che hanno fatto grande il movimento calcistico tricolore. Quello attuale è un calcio figlio dell’impomatato linguaggio moderno, del gossip, del glamour, della moda esterofila dilagante. Un calcio edulcorato e anestetizzato, impregnato di creme, gelatine e brillantine, di eau de toilette, mutande firmate e supercar. Un calcio effemminato, un calcio transgender.
Ricordo con nostalgia le squadre che puntavano tutto sul contropiede. Oggi contropiede è diventato un termine disdicevole ed offensivo alle stregua di spazzino per il ben più nobile mestiere di operatore ecologico. Ora si dice ripartenza, e quella si che va di moda. Anche il vecchio catenaccio è andato in pensione da anni sostituito dalla più moderna cura per la fase difensiva. Pur sempre termini italiani però, suvvìa.
In principio fu l’inglese, a partire dal gol passando dal tackle e per arrivare a dribbling, corner, pressing. Per un periodo andò tanto di moda il golden gol, mentre ancora oggi si parla di offside e non ci sono più i campioni ma solo top player. Poi, con l’evoluzione del calcio iberico ecco arrivare l’ondata spagnola. I difensori non compiono più prodigiosi salvataggi in scivolata, adesso entrano in estirada. Una squadra che segna cinque gol fa la manita, una che recupera fa la remuntada. Se vinci tanto fai il triplete, se invece fallisci… zeru tituli! (licenza di mouriniana memoria) Se poi azzardi un fraseggio a centrocampo ecco spuntare il tiqui taca, mentre sugli spalti i tifosi protestano con una panolada.
Anche l’allenatore non è più lo stesso, è un coordinatore di un team, un mister, un signor nessuno ormai. Oggi c’è il preparatore per i lanci lunghi, quello per i passaggi corti, lo specialista per le punizioni che è ben diverso dallo studioso dei calci d’angolo, il motivatore, il team manager, l’intenditore dei colpi di testa, lo specialista per i rigori, il gonfiatore di palloni… figura fondamentale in una società moderna.
I calciatori di un tempo (nemmeno troppo lontano per la verità) erano onesti ragazzotti, forse non troppo brillanti d’intelletto e certo ammirati del gentil sesso ma, con un certo decoro. Atleti che sudavano sul campo e tra le lenzuola. Adesso non si suda più, almeno così pare. Le creste ed i pettinatissimi scalpi rimangono immutati per 90 minuti ed oltre, quasi che gli spogliatoi fossero dotati di scomparti per il trucco e parrucco. Le maglie perfette, pulite e asciutte, cambiate ogni dieci minuti. Bambocci strapagati e viziati ai quali poco importa il rendimento sul terreno di gioco quanto piuttosto uscire in fretta per fare un giro sulla loro supercar alla ricerca di un tatuatore o di un festino a base di coca e travestiti. Nemmeno il gusto per le donne è più lo stesso…
Anche usi e costumi sono in costante aggiornamento. Se un tempo negli spogliatoi si faceva a gara a chi lo aveva più grosso, adesso la competizione si è spostata sulle dimensioni delle cuffie per l’ascolto della musica. Rimango allibito vedendo scendere dai pullman calciatori con in testa quelli che sembrano dei caschi da parrucchiera, tanto che mi sorge il dubbio che invece di ascoltare musica stiano dando gli ultimi ritocchi alla permanente.
Naturalmente dalla moda esterofila non sono immuni né i presidenti né gli uomini che si occupano del calciomercato. Molto più glamour puntare su un Tiziovic, un Kayos o un Semproniao qualunque piuttosto che su un giovanotto nostrano, salvo lamentarsi quando la nazionale italiana viene eliminata dalla Costa Rica.
Quale sia la ricetta per uscire dalla crisi è difficile dirlo, certo che, in un’epoca di globalizzazione esasperata, forse guardare un po’ più dentro al nostro orticello non farebbe poi così male.
Policarpo Viola
NOTA: RuttoSport è un periodico satirico, pertanto le notizie riportate sono frutto della fantasia degli autori e vanno considerate esclusivamente una lettura ricreativa. RuttoSport non è una testata giornalistica e non aspira a diventarlo. Forza Viola e sempre Juve merda!
La Redazione
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